Prima che le rose appassiscano
Dopo il successo del romanzo L'ultima canzone d'amore (Premi Viareggio Carnevale, Val di Magra, Galeotto del Carretto, Lev Tolstoj, Maestrale San Marco, Il Golfo, Il Litorale) da cui è stato tratto un recital di prosa, poesia, musica danza, con Prima che le rose appassiscano l'autrice torna a farci rivivere le vicende d'amore tra Rocco, uomo attraente, musicista versatile, e Dora, l'incantevole Miss Versilia. Per sfondo, la suggestione della campagna toscana e una città dal fascino antico: Firenze, con i suoi tetti, i campanili, i colli addormentati. E due cuori che palpitano sotto l'incanto della luna.
Prefazione di Massimo Lucchesi
Nei periodi di crisi si confida nei creatori, ovvero in quanti nella complessa esistenza di oggi sappiano offrire una possibilità, uno spiraglio, una prospettiva per vivere meglio.
Parlando di creatori, penso ad una creazione che non sia statica, che non sia data una volta per tutte, realizzata completamente ed in modo definitivo.
Una creazione diversa da questa sarebbe come sminuita, quasi ridotta al nulla.
Se l'uomo fosse stato teologicamente fissato in modo tale da lasciare a ciascuno di noi il solo compito di organizzare la materia e di costruire oggetti, di mettere insieme colori ed armonizzare le parole, se quanto esiste non fosse nulla più che l'effusione di un pensiero o la realizzazione di un piano concepito in precedenza, noi non saremmo allora che degli abili artigiani e non dei creatori.
Se però l'umanità fidandosi di Dio si interroga sul senso della vita, e se Dio stesso dalla umanità attende un dialogo di tal genere o ancora più una partecipazione in un mondo che va completandosi, allora anche un libro, una storia come quella scritta da Nicla Morletti sarà opportuna e potremmo, ultimata la lettura, trovarci proiettati in una riflessione difficilmente eludibile, capendo la paziente passione dell'amore e il suo slancio creatore che ci trasfigurano in una sgargiante intelligenza del dono di sé.
BACHERONTIUS Marzo 2003 - Maria Gabriella Binda e Raffaele Carlettini
Un'indelebile favola d'amore e di sogno
La scrittrice Nicla Morletti, con Prima che le rose appassiscano, ci propone, in chiave di lettura, una prosa piacevole ricca di sensualità, d'affetti densissimi di infinita dolcezza, dove non mancano sfumature di tenerezza e sentimenti puri, una girandola d'emozioni che scaturisce da queste belle pagine che narrano d'un amore dolcissimo, meraviglioso, vissuto con completezza, dove il donarsi reciproco è intensamente desiderato e voluto.
L'epistolario raccolto da Nicla Morletti diventa così un insieme di sensazioni e di meraviglia travagliata e gaudente, un romanzo che ridefinisce l'insieme delle certezze di due persone che, attraverso i tempi distorti dall'incedere delle emozioni, riscoprono l'antico valore d'un sentimento oggi troppo abusato.
La storia nasce in uno sfondo paesaggistico tipicamente toscano, con quel sapore d'antico che avvolge Firenze, le colline... mentre il tempo si dipana attraverso gli stupendi scenari variopinti della natura e dell'intercalarsi delle sue stagioni.
Dora e Rocco, i due protagonisti, scoprono quanto sia forte il loro legame, e l'amore, se possibile, ne è uscito rinsaldato.
Il libro si conclude con una lettera di Rocco, in cui prega Dora di raggiungerlo al più presto con il suo piccino alla villa di Stresa, sul lago Maggiore, per ricongiungersi per sempre, dicendole, quasi l'implorasse, "Arriva prima che le rose appassiscano ".
In questo libro, il tratto importante da rimarcare è l'infausta inattesa da parte dei protagonisti che si ritrovano, de facto, a ricredersi su ciò che vorrebbe dire l'amore.
Ormai, nella quotidianità che ci circonda, in cui i divorzi sono sempre più numerosi, ci ritroviamo di fronte a situazioni più che simili; e tutto questo è dovuto anche al fatto che la parola amore è stata abusata e utilizzata a senso unico. In realtà, l'amore designa non solo il sentimento profondo che unisce intimamente due persone come Rocco e Dora, bensì anche quei legami detti d'amicizia. Ebbene, sì: anche l'amicizia è amore - certo, fraterno, anche se lega un uomo ad una donna (poiché non è impossibile avere "una donna per amico"), ma è pur sempre amore. Ma la cecità dovuta all'univocità che si vuole dare alla parola amore, rende la gente ancora più cieca.
In un mondo dove la comunicazione è sempre più labile, riuscirà l'uomo a scansare l'ansia della solitudine per ritrovarsi coi suoi simili in una più calma e raffinata atmosfera?
Dopo tutto, non è forse questa voglia di sicurezza che l'Amore dovrebbe infondere negli individui, proprio come in Rocco e Dora?
Una scrittura leggiadra e scorrevole accompagna fedelmente il trasporsi d'una storia che è anche sintomo dell'attuale quotidianità. Il testo, scorrevole nello stile, si legge bene e tutto d'un fiato, lasciando una sensazione di piacevolissimo stupore di aver letto con gusto e con avidità una vera favola d'amore.
IL CITTADINO OGGIdel 15 gennaio 2003
Morletti, una storia di estasi amorosa
Dopo il grande successo del romanzo "L'ultima canzone d'amore" - premiato in numerosi ed importanti premi letterari e da cui è stato tratto un recital di prosa, poesia, musica e danza - la scrittrice Nicla Morletti ha deciso di far rivivere ai suoi lettori le vicende d'amore tra l'attraente e versatile musicista Rocco e Dora, l'incantevole Miss Versilia. - è questa una storia d'esiasi amorosa - secondo la definizione che ne ha dato Mario Luzi nella prefazione a "L'ultima canzone d'amore" - di passione, d'angoscia e rimorsi fino all'imporsi del dovere... prendo congedo da queste pagine con la speranza di altre che le seguiranno e con il soddisfatto gusto di aver letto, intanto, questa realissi-ma favola".
Ci terrei a sottolineare l'aggettivo "realissima", usato dal grande poeta ermetico in riferimento al racconto favolistico narrato meravigliosamente da Morletti in cui l'abbondanza delle dettagliate descrizioni ed informazioni, e lo scavo psicologico sui personaggi conferiscono all'opera mirabile veridicità. Ebbene. Luzi ha voluto esplicitare il modo di narrare asciutto, spigliato e variopinto, che crea una prosa dai lineamenti poetici, di piacevole lettura. Morletti con "Prima che le rose appassiscano", ha ripreso la narrazione -da vicino, con aderenza e partecipazione-, trascinandoci nuovamente nell'atmosfera magica di una grande passione, così come Luzi e probabilmenle anche molti lettori del primo romanzo avevano sperato. Una storia di un amore tanto segreto quanto ostacolato, tra due persone che pur avendo ognuna una propria famiglia, vivono infelicemente - forzatamente lontane - la loro esistenza di coniuge, pensando e trovando conforto in un amore vero, che ha originato un figlio in comune.
Un rapporto nascosto, magico, straordinario ed inviolabile tra due persone speciali che provano sentimenti profondi e sinceri dimostrati attraverso la scrittura, vero e proprio messaggero di emozioni e sensazioni, ma anche rivelatrice di paure ed angosce. Una sorta di diario segreto, scritto però da due persone, che grazie al loro rapporto epistolare si confidano, si confrontano e soprattutto cessano di soffrire amandosi e rendendo il loro sentimento "infinito nel tempo". Ad accompagnare le pagine delle lettere - piccole particelle d'amore e di bellezza, colme di pensieri - compaiono numerose citazioni di autori più o meno recenti - tra i quali: Virgilio, Brecht, Neruda, Leibnitz, Tolstoj, Prévert, Pavese, Pound, Donne, Verlaine e tanti altri - che hanno dedicato alcune delle loro parole all'amore, dio ammaliatore e talvolta traditore. Nicla è creatrice di una storia un po' speciale, che dopo averla gustata pagina per pagina, tutti noi potremmo, come ha affermato Massimo Lucchesi nella sua prefazione, "... trovarci proiettati in una riflessione difficilmente eludibile, capendo la paziente passione dell'amore ed il suo slancio creatore che ci trasfigurano in una sgargiante intelligenza del dono di sé". Un romanzo, la cui lettura è capace oltre a farci allontanare dalla mente i cattivi pensieri della vita di tutti i giorni, anche a farci scoprire o riscoprire che cosa sia l'amore.