è narratrice come suole dirsi, di razza, nel senso che la sua scrittura non è di pura cronaca come di fronte ad una storia di quotidiana abitudine, come verrebbe di pensare. Ciò diciamo perchè in qualunque pagina essa scriva di "difficili, impossibili amori" ad es. o di "Giulia", insomma di queste storie straordinarie, cerca di trarle fuori dalle righe per divertire con l'afflato di pura e persuadente poesia.
Con ciò vogliamo significare che 'poeta' non è solo colui che descrive i fatti o i sentimenti secondo la metrica propria legata ai ritmi di poesia, ma anche forse con più rispetto, colui che sa scrivere in prosa; insomma, mediante un componimento di sentimenti e di immaginazione, secondo uno schema come sogliamo dire discorsivo, nella cui semplicità espressiva, si libera la vera e irripetibile realtà della vicenda. Come nella poesia, il narratore è tenuto a tracciare un più rapido e vivo disegno ma anzi vorremmo dire il disegno che, meglio del grafo, meglio del calore, la parola medesima può esprimere.
La parola ecco, lo strumento ineguagliato finora percui l' uomo comunica prontamente col proprio simile e di cui la modulazione del suono più che il significato lessicale, sa esprimere la condizione esistenziale dei protagonisti. Sia perciò il racconto tratto da antiche cronache come per l'appunto in "difficili impossibili, amori" che in "Giulia", storie entrambe d'amore e d'amicizia, e nei racconti di "Vento d'estate" variano i temi ma non già il modo di raccontarli.
Nei racconti poi, l'estro di questa persuadente autrice si abbandona a tenere descrizioni per le quali essa usa un periodare rapido e breve, moderno, pur non escludendo il sommesso raccontare secondo la più nobile tradizione toscana della narrativa: ci viene in mente F. Tozzi ad es. il cui disegno del personaggio si esprime in una linea asciutta e nel contempo elementare come le inimitabili sculture quattrocentesche di un Donatello.
Ci sembra infine, l'amabile parlare così garbato di sapore domestico, che non lascia distogliere il lettore dalla pagina; sembra quasi che egli divenga uno dei protagonisti della storia. Siamo certi che Nicla Morletti ha capacità e soprattutto vocazione da arricchire lo scaffale -sebbene assai affollato, ma non del tutto per adesso, selezionato - della narrativa toscana contemporanea.
Recensione tratta da:
Storia della letteratura italiana del XX Secolo